Abbassiamo alemanno

Sottotitolo: quello di ieri è il gesto disperato di un uomo disperato, non fa parte di nessuna strategia. La solidarietà nei confronti delle vittime è doverosa, non solo per questioni di coscienza civile ma prima di tutto per quelle umane: un uomo rischia di rimanere paralizzato, e siccome “noi” siamo meglio di “loro”, della gran parte delle istituzioni, lo dobbiamo anche dimostrare. Sbaglia chi scrive scemenze a proposito di “mire sbagliate” e chi pensa alla strategia, all’attentato su commissione per creare le basi di periodi già visti e vissuti senz’avere le prove nello stesso modo in cui sbaglia chi accusa ad cazzum Grillo di essere l’ispiratore di nuove forme di terrorismo.

La notizia, e tutto il dramma che contiene, è che per accorgersi – tutti – del disagio sociale è necessario il colpo d’arma da fuoco su una piazza pubblica.
Fino ad un minuto prima il disagio sociale era solo una chiacchiera da ballatoio, da talk show o, tutt’al più, il movente di un suicidio in solitudine.

I commentatori dell’odio

Non c’è nulla di più criminale che indicare un bersaglio per scrollarsi di dosso la propria responsabilità. L’ha fatto persino Gianni Alemanno, il sindaco di Roma, che ha immediatamente intravisto nella scena il risultato della contrapposizione di queste settimane. Meriterebbe, per aver parlato a sproposito, di subìre per contrappasso la pena di stare in silenzio per tutta la campagna elettorale di Roma.

[…]

La politica è chiamata a portare la responsabilità delle sue azioni e non ad affogare in un bla bla. Facciano vedere cosa sanno fare, e noi saremo felici, se le scelte saranno giuste, eque, opportune, di registrarle e prenderne atto. Però si sappia che in questo tempo di pensiero unico, le larghe intese non autorizzano alle larghe scemenze. Parlare di meno, e possibilmente cum grano salis.

E’ vero che, come diceva qualcuno “le parole sono pietre”, ma è anche vero che di parole non è mai morto nessuno.
Quindi io non accetto proprio e per niente il discorso che certa violenza possa scaturire da un uso sconsiderato delle parole, e personalmente considero molto più violento, più di mille parole, anche fossero le peggiori, il fatto che dei fascisti ancora in grande spolvero, ai quali è stato consentito di poter occupare posti istituzionali di rilievo, oggi si permettano di accusare di una cosa gravissima, di un reato qual è l’istigazione alla violenza chi non ha mai mostrato atteggiamenti sopra le righe se non appunto con le parole.
Se la democrazia non accetta violenza allora non dovrebbe nemmeno accettare di farsi rappresentare da chi di violenza si è nutrito, quindi finché anche l’ultimo figlioccio di un regime sanguinario, l’ideologo di una pazzia qual è stata il terrorismo non sarà estromesso dalle istituzioni nessuno, NESSUNO, si dovrebbe permettere di insegnare la nobile arte del dialogo non violento. alemanno, storace, la russa e gasparri con tutto il loro bel passato ‘storico’ invece di tacere e considerarsi dei miracolati ad occupare i posti che hanno conquistato grazie alla nostra bella democrazia che lava meglio della candeggina preferiscono impartire lezioni di bon ton: ecco, questa è per me una violenza insopportabile. 

“Basta inveire contro i palazzi” dice il sindaco fascista: ha ragione, bisogna lasciarli  tutti in pace, liberi di delinquere quanto vogliono e di stuprare leggi e Costituzione quando vogliono. Che sarebbe questa moda della pretesa dell’onestà?  basta, ci dobbiamo rassegnare, se non vogliamo essere considerati gli ispiratori dei gesti violenti.

 Non accetto lezioni di educazione e democrazia applicata alla vita quotidiana da storace,  gasparri,  la russa né da alemanno, e figuriamoci da ministre e ministri assurti al ruolo grazie ad un impostore malfattore al quale, se l’Italia fosse stata una democrazia vera, nessuno avrebbe mai permesso di occupare il parlamento e renderlo simile a quel bivacco di manipoli che tanto piaceva a mussolini, quello che secondo berlusconi “ha fatto anche cose buone”, nonché l’ispiratore delle ideologie di storace,  gasparri, la russa e alemanno, quest’ultimo condannato e arrestato tre volte per reati inerenti proprio all’ordine pubblico.

Abbassiamo i toni, sì e magari per contribuire alla riuscita dell’impresa si potrebbe iniziare col mandare nelle istituzioni  gente che sia davvero degna dell’appellativo di istituzione.
E la gente dovrebbe imparare a non votare chi in gioventù si è reso protagonista di atti violenti spinto da un’ideologia malsana qual è quella fascista.
E in generale dovrebbe imparare a votare solo persone che non abbiano nessun conto da regolare con la legge e la giustizia, quelle che poi possono chiedere ai cittadini di “abbassare i toni”.

2 thoughts on “Abbassiamo alemanno

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