Se dobbiamo essere contente, da donne, perché ci sono tre donne nell’esecutivo, nessuno contasse su di me.
Nessuna sorellanza d’accatto.
Mai più per la politica.
Abbiamo un governo.
Quello appena formato è un governo, è il governo che ci meritiamo non essendo stati in grado, da cittadini, di cacciare via noi il male a beneficio del giusto, un governo formato da gente seria che spero farà dimenticare l’immondo bordello che il più amato, quello che si è sacrificato per il bene di tutti e cioè il suo è stato capace di trascinare in parlamento.
Ma per far approvare le leggi servirà ancora il voto di quel parlamento occupato ancora da chi lo ha svilito e svillaneggiato per tutti questi anni. E, quello che in pochi sottolineano e ricordano è che al senato silvio ha ancora la maggioranza. Ecco perché secondo me bisognerebbe rimandare i festeggiamenti a tempi migliori, e cioè quelli in cui avremo un vero governo fatto di gente voluta e scelta dalla gente con elezioni regolari supportate da una legge civile.
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Meno male che Uolter c’è
In realtà quando sugli schermi delle televisioni italiane è rispuntato Uolter, il tizio non si era ancora dimesso, e stava là sulla soglia di Palazzo Chigi, a dire: “Vado, non vado!” Poi, ieri, eccolo di nuovo Uolter, ospite di spicco a Ballarò. Ho spento.
La sua riesumazione, da anni, rappresenta il salvagente da lanciare al tizio che affonda. Lo fece anche illo tempore, quando da sindaco di Roma esautorò il Presidente Prodi assumendosi il ruolo di mediatore per la riforma della legge elettorale, la porcata diabolica che segnò la cessazione della democrazia, con la negazione della volontà popolare. Mi ricordo bene, perché era stato quel momento in cui Fini, in un rigurgito di “dignità” tentò di far le scarpe al tizio, e Uolter, pronto, avvisò la nazione che nessuna riforma sarebbe stata fatta senza la partecipazione del “primo partito d’opposizione”. Il resto è storia, una storia che incessante si ripete.
Oggi è il giorno del governo della Rinascita, del “Paese che ce la farà” senza lacrime e sangue ma con i sacrifici. Il giorno della contro propaganda più spinta capace di calmare gli animi della gente che non sa più, nemmeno, di essere spaventata.
Son quasi contenta, oggi, di avere la nausea per motivi di salute; è come se potesse sostituire quella che mi verrebbe da sé leggendo i giornali, che ancora raccontano un mondo che non c’è. È come se perseverassero nell’illusione che si sia tutti cretini, tutti proni, tutti disposti a prendere il cetriolone che arriverà. Ma è anche vero che pronti o non pronti lo prenderemo, come sempre e zitti.
C’era urgenza di approvare il piano di stabilità, e quindi i giornali non si soffermarono troppo sul contenuto. A noi doveva bastare il fatto che fosse stato approvato in tutta fretta, liberandoci dal tiranno debosciato, e donandoci l’ultima speranza di non finire come la Grecia o peggio l’Argentina. Ora, a piccole dosi, iniziano ad emergere le decisioni assunte con quella legge che doveva essere capace di risollevare le banche più che l’economia, dando segnali all’Europa e alle Borse più che a noi.
Non importa che da Gennaio o Febbraio, spariranno dalla nostra vita altri servizi minimi nella sanità o nei trasporti; non è nemmeno importante che un altro picco di disoccupazione renderà in povertà migliaia di cittadini. Non è importante che qualche ministro incarognito sia riuscito ad infilare nel mezzo qualche vendetta, che si siano regalati gli ultimi spiccioli agli amici degli amici, alle lobbie o alla mafia. Tanto c’è Monti che è serio, pettinato, va in chiesa e piace al mondo intero.
Forse è proprio per questo che è rispuntato Uolter. Il pupazzo rassicurante, più buono e paziente di Kermit il ranocchio. Forse è solo perché quel che differenzia il PD dal PDL, oltre che la “L” è il dilettantismo del facciadiculismo. Nel PD non sono così esperti e spregiudicati quanto nell’altro partito, e probabilmente Bersani non sarebbe riuscito a recitare il mantra del Rinnovamento e del Rinascimento, facendo credere ai suoi elettori che davvero Monti potrà passare alla storia come l’eroe salvatore della Patria.
Ma questi son pensieri difficili da fare, meglio incazzarsi ancora per qualcosa di più semplice, per esempio i presunti 800 mila euro promessi a Bobo Vieri, per ballare in TV, o la base d’asta di 250 mila euro con la quale, sempre la TV, cerca di accaparrarsi Cassano per un’ospitata dopo il suo intervento chirurgico.
Ma che c’è di strano? In fondo la consuetudine è tranquillizzante: la fiction da anni ci aiuta a sopportare la realtà, ignorandola. Proprio come i Uolter.
Rita Pani (e resto APOLIDE)
3 donne in ministeri di un certo rilievo non è poco. Non è che qui firmiamo cambiali in bianco, però devo dire che è un segno di discontinuità col passato. Quanto al resto, Uolter e leggi approvate dallo stesso parlamento, sono pienamente d’accordo con l’articolo da te postato. Ti abbraccio